Il cardo appartiene alla stessa famiglia del carciofo, è noto come carciofo selvatico. Un ortaggio che fa bene al fegato e un toccasana per depurare l’organismo. Scopriamolo meglio.
Il cardo è una pianta erbacea perenne di colore verde con gambi più chiari o biancastri, il suo aspetto è eretto e l’altezza può anche raggiungere i due metri.
Il suo sapore tende all’amaro e richiama quello del carciofo. Essendo della stessa famiglia, anche i cardi una volta tagliati, se li lasciamo all’aria, si ossidano ed anneriscono.
Veniva coltivato già ai tempi dei Romani, e il periodo della raccolta può variare da fine settembre ai primi di febbraio. E’ un ortaggio che teme le gelate, infatti non resiste alle temperature al di sotto dei -2°. In alcune regioni italiane ha un ciclo di coltivazione quasi annuale.
I cardi non sono molto amati dai campeggiatori e da chi ama la vita all’aria aperta. Alcune persone ne hanno un ricordo doloroso e irritante, perché magari ne hanno calpestato le spine acuminate e dolorose camminando a piedi scalzi nei prati. Ma bisogna ricredersi, perché i cardi fanno bene alla salute.
Le proprietà e i benefici si apprezzano in diverse preparazioni alimentari, oltre che in erboristeria con estratti e tisane di cardo selvatico. Noto per le sue virtù depurative, grazie alla presenza della silibinina che smaltisce le tossine accumulate nell’organismo, il cardo è un tonico per il nostro fegato.
Ha proprietà lassative, favorite dalla ricca presenza di fibre. Inoltre contiene sali minerali, vitamine e sostanze antiossidanti, che contribuiscono a mantenere giovane il nostro organismo.
Per l’utilizzo nell’alimentazione umana il gambo del cardo viene tagliato in pezzi, dai quali si elimina la parte filamentosa delle coste, fino ad arrivare al cuore più tenero. Per evitare l’annerimento è buona norma tenere i gambi in acqua acidulata. E’ un ortaggio che si cucina in vari modi: lessato con il succo di mezzo limone, insieme alla Bagna Cauda (in Piemonte), a minestra (in Abruzzo) oppure lessato e fritto in pastella. Ma le ricette sono tante e variano dall’antipasto allo sformato con besciamella e parmigiano.
A differenza del cardo selvatico (C. cardunculus sylvestris), di quello coltivato (C. cardunculus altilis) ne esistono diverse varietà: c. Mariano, c. gobbo di Nizza Monferrato, c. Bianco avorio, c. Gigante di Romagna, c. di Bologna senza spine, c. di Chieri, e il pregiato cardo di Tours.
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